Il vino è buono se viene da una terra buona. E se la terra ci è stata consegnata buona è nostro dovere lasciarla a chi verrà dopo di noi possibilmente migliore di quando l’abbiamo ottenuta.
Viticoltura e vino di territorio quindi, di nome e di fatto, a patto che ne rappresentino la naturale manifestazione e non una spettacolare forzatura. Parallelamente agli investimenti in vigneto ed in cantina, nel 2009 è iniziata la produzione dell’energia in proprio (grazie all’impianto fotovoltaico sul tetto della cantina) ed un lungo processo di analisi della filiera produttiva che nel 2012 ci ha portato alla certificazione dell’impronta carbonica, ovvero del peso in termini di emissioni di gas serra dell’intera produzione aziendale.
IMPRONTA CARBONICA
2012


Analizzarci profondamente ci ha permesso di iniziare ad eliminare alcuni comportamenti sconsiderati ai fini dell’impatto ambientale (dalla concimazione con elementi chimici all’utilizzo di bottiglie pesanti) per arrivare nel 2014 alla conversione ufficiale all’agricoltura biologica con l’intento di promuovere una viticoltura ed un’enologia naturali, perché controllate in ogni aspetto e fortemente legate all’equilibrio territoriale stesso.
Impronta carbonica
Il 2012 rappresenta l’ideale completamento del programma di controllo delle emissioni di CO2 iniziato con Ita.Ca nel 2009, grazie all’ottenimento della certificazione dell’impronta carbonica, presente già dallo scorso anno sulle etichette di tutti i nostri vini.
L’istituto di Certificazione CSQA – Valore Italia ha infatti approvato e certificato nel 2012 il complesso sistema di controllo della filiera produttiva Ita.Ca applicato dal gruppo Sata, che fin dal 2009 ci ha permesso di analizzare le emissioni di gas serra della nostra azienda, al fine di individuare le situazioni critiche dalle quali partire per ottenere il minor impatto ambientale possibile.


Di seguito riportiamo i principali accorgimenti utili alla riduzione delle emissioni di gas serra che abbiamo attuato nel corso del triennio 2009-2011, grazie al lavoro svolto nell’ambito del progetto Ita.Ca
- totale inerbimento tra i filari e trinciatura dei tralci in campo
- utilizzo di fertilizzanti esclusivamente organici
- produzione di energia dell’impianto fotovoltaico a pieno regime
- utilizzo delle nuove bottiglie alleggerite per il metodo classico
- progressivo alleggerimento delle bottiglie per i vini fermi
- utilizzo di cartone riciclato senza colorazioni aggiunte
- la scelta di non aggiungere incarti ridondanti, per non sprecare energia e materie prime quando non necessarie
- l’attenzione all’utilizzo di fornitori il più possibile vicini alla cantina sia in termini di filosofia sia in termini di distanza chilometrica
L’impronta carbonica rappresenta un valore utile alla sensibilizzazione generale del consumatore nei confronti del rispetto per l’ambiente ed un parametro che possa sollecitare le aziende all’ottimizzazione dell’utilizzo energetico all’interno della proprio filiera produttiva. Un vino un po’ più “pulito” e responsabile, nato dalla cura per l’ottenimento di una qualità elevata e aderente alle peculiarità territoriali, da rispettare e salvaguardare costantemente.
Nel 2015 Jari Nicolò Lattunen ha realizzato la sua tesi di laurea in enologia studiando il protocollo Ita.Ca e calcolando l’impronta carbonica 2014 della nostra azienda… un po’ del suo 110 è anche nostro!
